############## Il Fediverso ############## =================================== Social network senza secondi fini =================================== Salve a tutti. Sono Elena “of Valhalla”, faccio parte della comunità dei LUG all'incirca dal 2000 e grazie ad essa ho iniziato a bazzicare i social network federati al loro inizio, quando ancora erano un'ambiente pieno di problemi tecnici frequentato da pochi appassionati e sono qui per parlarvi di come, da qualche anno, siano finalmente diventati qualcosa che non può più essere ignorato. Per iniziare, di cosa stiamo parlando? Un social network federato è ovviamente un social network, ovvero una piattaforma online sulla quale le persone possono crearsi un'identità che interagisce con altre identità tramite testo, immagini, audio, video, eccetera. La parte importante qui è *federato*, che significa che anziché esistere in isolamento questa piattaforma fa parte di una rete e che un'identità presente su una di queste piattaforme può, entro alcuni limiti tecnici, interagire con le identità presenti su tutte le altre. Non è esplicito nella definizione, ma perché questo funzioni a dovere è necessario che chi gestisce i vari server che compongono la rete — le istanze — non sia parte di un club ristretto, ma che più persone possibile siano nelle condizioni di poterne gestire uno, e che chi non ha le competenze tecniche per farlo abbia almeno la possibilità di scegliere tra più fornitori, con una varietà di termini d'uso. La domanda che uno si pone, a questo punto, è “divertente, ma perché dovrebbe esserci bisogno di qualcosa del genere?” Nella risposta, do per assunto che l'idea di base di social network come strumento attraverso il quale comunicare con altre persone vicine e lontane sia qualcosa di potenzialmente utile; se ne potrebbe discutere, ma io credo che a determinate condizioni lo sia. Uno strumento del genere funziona meglio quante più persone permette di raggiungere: in assenza di federazione questo vuol dire che la tendenza è di avere poche piattaforme con miliardi o almeno centinaia di milioni di utenti. Il primo, ovvio, problema che ne consegue è che quando una di queste piattaforme ha problemi tecnici la maggioranza delle persone non può comunicare, la notizia finisce sui giornali, la produttività negli uffici di tutto il mondo aumenta, ma crolla quella di chi per lavoro dipende da queste piattaforme, ad esempio per ricevere gli ordini dei clienti. Questo è un problema tecnico che però si potrebbe risolvere o almeno mitigare significativamente; farlo però ha dei costi, e questo introduce il problema successivo. Gestire una piattaforma usata da centinaia di milioni di utenti ha dei costi non indifferenti, e a quel livello è difficile che chi lo fa si accontenti di coprire i costi, ma vorrà anche ottenere un cospicuo guadagno. Escluso il far pagare il servizio agli utenti, il modo che viene generalmente usato per questo è basato sulla raccolta di più dati possibile dell'utente, analisi e successiva rivendita di quanto scoperto. Avere come principale fonte di guadagno la raccolta dati poi ovviamente spinge l'esigenza di raccogliere più dati, e questo spinge a voler massimizzare il tempo passati dagli utenti sulla piattaforma, a scapito anche del loro benessere. Una delle tecniche più dannose è la manipolazione di ciò che gli utenti vedono: la maggior parte dei social network esistenti non mostra agli utenti tutti i messaggi dei loro contatti in modo indifferenziato, ma li ordina e mette in evidenza ciò che ha maggiori probabilità di far passare tempo sulla piattaforma. Potrebbe sembrare un buon modo per mostrare alle persone ciò che gli interessa, ma si è visto che il risultato è di dare maggiore enfasi ai contenuti che causano indignazione ed altre emozioni negative, aumentando sì la partecipazione, ma a scapito della salute mentale delle persone. Non essendoci poi nessuna trasparenza nel modo in cui questi filtri funzionano, le piattaforme hanno modo di decidere di nascondere o eliminaer del tutto contenuti a loro piacere. Nella maggior parte dei casi viene fatto per dare piorità a contenuti simili, ma paganti, ma ci sono anche vari casi in cui ad essere zittite sono state minoranze e contenuti didattici, spesso per effetto collaterale o voluto di filtri antipornografia. A questo punto si potrebbe decidere di condannare in tutto il concetto di social network, e dichiarare che è una cosa intrinsecamente dannosa, ma come dicevo prima esiste un'alternativa che elimina o almeno mitiga tutti questi problemi. In una rete di server federati tra di loro, il costo per mantenere il singolo server è discretamente basso, al punto da essere facilmente sostenibile per una colletta tra gli utenti, o anche per una singola persona che non soffra di grandi ristrettezze economiche. Né questo né la federazione impediscono i meccanismi citati sopra, ma rompono gli incentivi che li rendono praticamente necessari. A questo si aggiunge una comunità di partecipanti che ha delle aspettative più restrittive su che tipo di abuso è disposta a tollerare, e che sarebbe veloce ad abbandonare e isolare eventuali server che optino per una gestione ispirata a quella dei grandi server proprietari. Le dimensioni di questa comunità sono state per anni il punto debole dei social network federati: quando ho iniziato a frequentarli erano un ottimo posto per conoscere ed interagire persone interessate a parlare di social network federati, o al più di tanto in tanto di software libero. Mi ci trovavo bene, ma di sicuro non era per tutti. C'era anche un problema di protocolli, con varie piattaforme ciascuna delle quali usava un protocollo diverso e poteva quindi interagire con altre istanze della stessa piattaforma, ma non necessariamente con chi usava software diverso. A partire dal 2017, però, le cose sono cambiate drasticamente: da un lato Mastodon, piattaforma di microblogging, ha visto una crescita netta dei suoi utenti come altre piattaforme non erano mai riuscite ad avere, dall'altro a gennaio 2018 è stato rilasciato il protocollo ActivityPub come standard del W3C, e su di esso hanno iniziato a convergere la maggior parte delle piattaforme attive oggi. L'estate del 2018 poi è stata soprannominata “summer of ActivityPub” e ha visto nascere numerose altre piattaforme, generalmente dedicate ad una specifica attività o stile di comunicazione. Al momento, oltre al già citato Mastodon per il microblogging, le più famose comprendono Pleroma, sempre microblogging, Pixelfed per pubblicare fotografie, PeerTube per i video, Mobilizon per gestire eventi, questi ultimi due sviluppati dall'associazione non-profit francese Framasoft. A questi si aggiunge Friendica, una delle piattaforme federate della prima scuola, con un'interfaccia più simile a Facebook e l'obiettivo di supportare più protocolli possibile, tra cui ovviamente anche ActivityPub. Un sito che raccoglie statistiche su una parte dei server aderenti, the-federation.info, mostra ad ottobre 2021 circa 1 milione di utenti attivi negli ultimi sei mesi, suddivisi su quasi 10000 istanze di dimensioni ben diverse. È ancora molto meno dei miliardi di utenti attivi dichiarati dai social network principali, ma è comunque un numero sufficiente per trovare persone dagli interessi più disparati: software libero e tecnologia in generale, di sicuro, ma ci sono anche numerosi artisti, persone che praticano hobby creativi vari, dall'uncinetto alla battitura del ferro, discorsi di politica e ad un certo punto mi è capitato perfino di incontrare una persona che parlava con entusiasmo di calcio! Per favorire la varietà di contenuti, ma evitare che le persone vedano cose che preferirebbero non vedere, mastodon ha introdotto nel fediverso il concetto di “content warning”: la possibilità di specificare che un certo post parla di determinati argomenti, richiedendo poi un click per aprire il post. L'abitudine è di non usarlo solo per cose particolarmente scabrose, ma per qualunque cosa, cibo, questioni specifiche di una nazione, ragni o insetti, e molto altro. Se vi ho convinto e sembra un ambiente interessante, provare il fediverso è facile: ci sono vari server con iscrizione libera, tra cui un numero in crescita di istanze italiane, alcune dedicate a singole città; non faccio nomi perché ne dimenticherei, ma si trovano facilmente su internet, qualcuna anche su joinmastodon.org. È importante leggere i termini d'uso dell'istanza dove si vuole creare un utente: alcune sono dedicate a chiacchere generiche, altre hanno un tema preciso e preferiscono utenti che parlano di quel tema; alcune hanno indirizzi politici ben specifici, altre sono generalmente apolitiche; e soprattutto ci sono istanze che vietano i contenuti non adatti a minori e istanze specificatamente dedicate ad essi. Molte persone creano il proprio primo account su un'istanza generalista, ma dopo qualche tempo ne scoprono una più adatta ai loro interessi; migrare da un server all'altro è più o meno automatizzabile a seconda se si migri tra server che usano lo stesso programma o meno, ma è una pratica estremamente comune. Il mio consiglio, però, se si decide di voler stare sul fediverso è di trovarsi un gruppo di persone legate da interessi comuni e crearsi il proprio server: in questo modo si ha a che fare con persone note e di cui ci si può fidare, specialmente per quello che riguarda gli amministratori, e si possono anche scegliere le regole che si preferisce avere. Questo è quello che ha fatto il nostro LUG: abbiamo un'istanza friendica sulla quale la creazione di utenti è manuale e riservata ai soli membri assidui del gruppo; con una 15ina di utenti, di cui 5 particolarmente attivi è su un VPS economico dove c'è spazio anche per un server XMPP per la chat e altro, e viene gestito da un paio di noi nel tempo libero. Avendo chiuso le iscrizioni da parte di sconosciuti non c'è neanche bisogno di dedicare tempo significativo a segnalazioni di abuso e moderazione. Ovviamente, questo funziona bene quando il gruppo è un LUG e ha abbondanza di persone in grado di gestire un server: se queste mancano è possibile ad esempio usare masto.host, che per un prezzo di poco superiore offre istanze mastodon gestite. In entrambi i casi, fino ad una 20ina di utenti si parla di spese sotto i 10 euro al mese; è facile che con un euro a testa di colletta si riesca a pagare tutto, e coprire anche eventuali amici in ristrettezze economiche. Qui mi fermo, e vi aspetto sul fediverso! Se state vedendo questo video il giorno del Linux Day, a questo punto sarò disponibile per rispondere a domande; se invece lo state vedendo su PeerTube, a seconda di dove è pubblicato è possibile che io riesca a vedere i vostri commenti e rispondere lì.